COMUNICARE LA COMUNICAZIONE

Il corto circuito.

Storicamente le agenzie di comunicazione non comunicavano mai se stesse.

Come si può comunicare che il nostro lavoro è comunicare.

E’ parlare parlando.

La comunicazione è ciò che ci permette la socialità e la condivisione.

Non è una scienza è prima di tutto una esigenza.

Viviamo in una società strutturata che necessita di un nostra più o meno attiva partecipazione per esistere.

E per esistere è necessario partecipare attivamente.

Questo concetto  è sufficiente per fissare la ineluttabilità di comunicare.

Il fatto che sia una cosa che di fatto tutti facciamo, fa spesso ricorrere nell’errore di pensare di essere perfettamente in grado di farlo in qualunque circostanza.

 

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Perche comunicare è diventato inutile

La regola principale della comunicazione è :

1 parla – 1000 ascoltano , questo genera accettazione, presa di posizione e dissenso

oggi….

1000 parlano, tutti insieme, contemporaneamente
ma soprattuto
scopriamo (tristemente) che nessuno ascolta e conseguentemente non esiste più critica o consenso.
Tutti sono impegnati a dire la propria verità senza avere coscienza che siamo tutti portatrici di opinioni e mai di verità assolute.

comunicare oggi non è impossibile … è quasi sempre inutile….

Ma lo facciamo comunque, perché resta e resterà sempre l’unico modo per esistere.

Quindi la questione si sposta non sull’esserci ma sul distinguersi.
Immagini viste e riviste prese dalla rete, frasi fatte e di circostanza saranno difficilmente la chiave per essere diversi.

Qui il gioco si fa duro ma è anche il terreno dove si può fare la differenza.

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Cataloghi, Brochure, Magazine

La pianificazione dell’immagine di vendita e la gestione delle strategie di visualizzazione del prodotto in base alle leggi di mercato, impongono oggigiorno tecniche di comunicazione sempre più complesse. A questa necessità, abbiamo risposto con il fermo obiettivo di trasformare il linguaggio articolato del marketing in un linguaggio nuovo, funzionale, capace di una «sintesi visiva» affascinate e al contempo trainante, a partire dall’utilizzo fondamentale dei books, i cataloghi di presentazione. L’oggetto da noi curato e pubblicizzato ha in questo modo l’efficacia come pure la sicurezza di un «messaggio» di immediata riconoscibilità da parte di chiunque, tenendo di conto perciò delle diverse istanze che vengono a crearsi a seconda dei «territori» di consumo e del target group cui il prodotto stesso si riferisce.
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Corporate identity

Ogni azione di marketing di un certo rilievo deve rivolgersi a più destinatari, in questo caso è fondamentale che i valori e le filosofie del marchio siano garantiti
e inequivocabilmente comunicate. Il corporate identity è il sistema di eventi di
comunicazione che fa da guardia ai significati del marchio e che nel tempo gli fa sedimentare nei confronti dei consumatori. La struttura visiva di cui un’azienda si appropria, diventa l’interfaccia di riferimento con il mondo esterno, la serie di numerose attività di comunicazione coordinate, siano esse cartacee o multimediali, rappresentano l’identità che il brand propone al pubblico, significati che poi vengono rielaborati e riconosciuti nell’immaginario sociale a lungo nel tempo.
Il logo è la fonte di tutto questo, deve essere facilmente riconoscibile, in un certo senso sedurre e far sognare, rappresentanto visivamente in sostanza i principi dell’azienda.
Il logo dna del brand, e primo degli strumenti di comunicazione del sistema del coordinamento

 

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BRANDING

Il corporate identity è l’immagine (l’identità, appunto) che un’azienda ha nei confronti del pubblico. Mediante essa, l’azienda si presenta. Fa vedere chi, inequivocabilmente, è. Gran parte di questa identità, è costituita dal logo, che per il suo facile riconoscimento e la sua diretta seduzione, fa da prima e continua presentazione del prodotto al mondo dei consumatori. Con il marchio di fabbrica, quindi, si avviano e si consolidano nel cliente i principi direttivi che vanno a caratterizzare il sistema-impresa: qualità e inoltre (col tempo) storia del prodotto fino alla costituzione in «mito» tramite la sua sedimentazione nell’immaginario collettivo. L’immagine è dunque il segno distintivo che esprime al meglio la «caratura» propria del sistema-impresa e del prodotto che offre. In quanto informazione veloce, l’immagine è Simbolo; in più ha struttura paradigmatica, cioè universale (ad esempio, un marchio, quando riconosciuto, esibisce subito l’universo di significati che evoca). Essa è lo «strumento» per eccellenza di comunicazione, il «metodo» di diffusione più rapido per far conoscere (o ricordare) il servizio che sta dietro una proposta commerciale.

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Videomaker

I video ricoprono un ruolo importantissimo nella comunicazione di oggi
Sono quanto di piu efficace per penetrare le menti.

Thomas Metcalf nel “Listening to your clients” sostiene che:
Le persone ricordano
il 10%  di quello che leggono
il 20% di quello che sentono
il 30% di quello che vedono
il 50% di quello che vedono e sentono

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il copywriter

 

L’elemento piu importante era Headline.
Ogelvy, srive nel suo libro “confessione di un pubblicitario” che la hedline staall’inserzione come all’insegna del negozio.
Oggi non si parla di headline e di body ma di post ..titolo del post e corpo del post.
cambiano nomi, combiano i supporti con cui vengo pubblicati ma non si modifica la sostanza dei contenuti.
Ci sono regole che devono essere seguite perche cio che scrivi venga letto.

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QUANDO L’ABITO FA IL MONACO

Cos’è il packaging? Come l’abito distingue il monaco da qualsiasi altra persona, così l’involucro, la confezione (in inglese packaging) distingue un prodotto da qualsiasi altro suo omologo. Una bottiglia di vino, un vasetto di cosmetica, una busta di cartone. Certo, la funzione basilare, si lega alla protezione (in particolare per gli alimenti), in base a soluzioni logiche diverse (materiali e tecniche) secondo le funzioni. Ma il packaging contribuisce anche al successo del brand-image, ovvero stabilisce i cardini su cui si regge l’estetica esclusiva (unica, non ripetibile) del prodotto. Come tale la «veste» si fa notare, nell’habitat in cui è calata, solo affermandosi con la forza della differenza (dell’unicità) – basti pensare ai prodotti sugli scaffali dei market: la «presenza» di questo o di quell’oggetto è tanto più evidente quanto più vincola il consumatore ad un rapporto percettivo di spicco nei confronti degli altri oggetti. Il packaging, per questo, è stile; anzi, da contenitore, diviene esso stesso un oggetto, alla pari di ciò che contiene. Formando un continuum con il prodotto, un tutt’uno con esso, diventa «oggetto in stile», o perfino arte applicata, materializzando – quale atto ultimo di pubblicità – lo spirito di ciò che viene venduto, incarnandone l’Idea.

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Art director

È il responsabile, all’interno di un’agenzia pubblicitaria, della parte grafica e visiva del lavoro “creativo” Lavora generalmente in coppia con il copywriter, che si occupa della parte verbale, nell’ideazione della campagna pubblicitaria.
Indica anche chi cura gli aspetti grafici di una pubblicazione e, nell’ambito cinematografico, il responsabile delle costruzioni sceniche, dei costumi, di tutto ciò che concerne la parte visiva dell’opera.

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shooting fotografico

Lo shooting fotografico è il fulcro delle nostre attività.
Lo scatto  delle foto è preceduto da una fase di analisi del soggetto da fotografare che porta  al progetto del racconto, la fase piu delicata, quella piu importante.
Definita quella si inizia a mettere su la campagna , si trovano le location, i modelli, si lavora con il fotografo e l’art buyer, si realizzano le scenografie  e si allestiscono i set.
Cosi Nasce l’immagine di una azienda, il suo racconto. [..]

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