MARKETING

Il prodotto è il punto di partenza? o il mercato determina il prodotto?

Analisi dei competitor, degli obbiettivi, del prodotto e l’elaborazione della strategia di comunicazione compreso la definizione del budget

Analisi del mercato • Analisi dei clienti • Analisi dell’azienda • Il prodotto

PIANIFICAZIONE
ovvero: pensare al futuro – decidere in modo imtegrato – coordinare l’azienda – razionalizzare i  comportamenti – controllare

MISSION AZIENDALE – è un concetto filosofico , quello che si vuole essere oltre che fare.
OBBIETTIVI –  cosa si vuole raggiungere in base a quanto detto nella mission
AUDIT DI MARKETING- l’azienda deve capire i punti forti e deboli per quanto riguarda la distribuzione dei prodotti, l’organizzazione delle vendite, le politiche delle vendite
SWOT – report dell’audit che sintetizzi i risultati e sia preliminare alla presa di decisione
FORMULAZIONE DI IPOTESI – pensare ad un mercato possibile
STRATEGIA – percorsi scelti dall’azienda per raggiungere gli obbiettivi
PREVISIONE DEI RISULTATI – messa appunto di piani alternativi
BUDGET DI MARKETING – Previsione dei costi e dei ricavi per attuare le azioni  pianificate

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Videomaker

I video ricoprono un ruolo importantissimo nella comunicazione di oggi
Sono quanto di piu efficace per penetrare le menti.

Thomas Metcalf nel “Listening to your clients” sostiene che:
Le persone ricordano
il 10%  di quello che leggono
il 20% di quello che sentono
il 30% di quello che vedono
il 50% di quello che vedono e sentono

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PACKAGING

Quando l’abito fa il monaco.

Cos’è il packaging? Come l’abito distingue il monaco da qualsiasi altra persona, così l’involucro, la confezione (in inglese packaging) distingue un prodotto da qualsiasi altro suo omologo. Una bottiglia di vino, un vasetto di cosmetica, una busta di cartone. Certo, la funzione basilare, si lega alla protezione (in particolare per gli alimenti), in base a soluzioni logiche diverse (materiali e tecniche) secondo le funzioni.
Ma il packaging contribuisce anche al successo del brand-image, ovvero stabilisce i cardini su cui si regge l’estetica esclusiva (unica, non ripetibile) del prodotto.
Come tale la «veste» si fa notare, nell’habitat in cui è calata, solo affermandosi con la forza
della differenza (dell’unicità) – basti pensare ai prodotti sugli scaffali dei market: la «presenza»
di questo o di quell’oggetto è tanto più evidente quanto più vincola il consumatore ad un rapporto
percettivo di spicco nei confronti degli altri oggetti. Il packaging, per questo, è stile; anzi, da contenitore, diviene esso stesso un oggetto, alla pari di ciò che contiene. Formando un continuum con il prodotto, un tutt’uno con esso, diventa «oggetto in stile»,
o perfino arte applicata, materializzando – quale atto ultimo di pubblicità – lo spirito di ciò che viene venduto, incarnandone l’Idea.

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QUANDO L’ABITO FA IL MONACO

Cos’è il packaging? Come l’abito distingue il monaco da qualsiasi altra persona, così l’involucro, la confezione (in inglese packaging) distingue un prodotto da qualsiasi altro suo omologo. Una bottiglia di vino, un vasetto di cosmetica, una busta di cartone. Certo, la funzione basilare, si lega alla protezione (in particolare per gli alimenti), in base a soluzioni logiche diverse (materiali e tecniche) secondo le funzioni. Ma il packaging contribuisce anche al successo del brand-image, ovvero stabilisce i cardini su cui si regge l’estetica esclusiva (unica, non ripetibile) del prodotto. Come tale la «veste» si fa notare, nell’habitat in cui è calata, solo affermandosi con la forza della differenza (dell’unicità) – basti pensare ai prodotti sugli scaffali dei market: la «presenza» di questo o di quell’oggetto è tanto più evidente quanto più vincola il consumatore ad un rapporto percettivo di spicco nei confronti degli altri oggetti. Il packaging, per questo, è stile; anzi, da contenitore, diviene esso stesso un oggetto, alla pari di ciò che contiene. Formando un continuum con il prodotto, un tutt’uno con esso, diventa «oggetto in stile», o perfino arte applicata, materializzando – quale atto ultimo di pubblicità – lo spirito di ciò che viene venduto, incarnandone l’Idea.

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Il brand a che serve?

Diamo un nome a questa crisi…è una crisi di domanda.
Prima si vendeva, ma fondamentalmente non si sapeva perchè, adesso non si vende piu… e  ancora non sappiamo il perchè.
Poca domanda – troppa offerta
e tante domande nella testa
Come si puo trovare nuovi clienti?
Come rafforzarci presso quelli che abbiamo?
Trovare nuove nicchie di mercato?
Ve lo avranno detto migliaia di volte : IL BRAND
Le piccole medie imprese nel nostro paese sono orientate alla produzione, si investe principalmente su di essa e pochissimo sul rafforzamento del proprio brand.
Un brand riconoscibile apre a nuovi mercati a nuove opprotunità.
Non ci credi?
Questo è il primo problema!
La qualita del prodotto è la cosa piu importante?
Questo è il secondo….
La qualità è importante ma purtroppo il PRODOTTO DA SOLO NON BASTA
Anche se non si hanno le risorse di multinazionali si puo comunque riuscire a creare una propria
nicchia di clienti presso i quali il nostro marchio è riconosciuto in modo tale da non essere dipendenti dai clienti ma viceversa.
Diventa una punto di riferimento nel proprio mercato,
per farlo non ti devi chiamare Apple o Mcdonald,
si puo fare! basta spostare lo sguardo…
Togli lo sguardo dal piano di lavoro dove  cerchi la soluzione migliore per produrre al meglio ciò che produci, e non relegare ad un ruolo di secondo piano la cura della tua immagine.
Questa farà la differenza.
Pensata e ragionata per il tuo pubblico, semplice o strutturata, ogni azienda ha la sua storia ma deve ESSERE
Pensa l’immagine della tua azienda come parte integrante del processo produttivo! forse la parte piu importante…
Una azienda che non comprende questo non riusciraà a superare la crisi… è destinata a chiudere…

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EXIBITION DESIGN

Le manifestazioni fieristiche, gli showroom, le sedi di lancio dei servizi, sono punti di grande importanza per la preparazione del business del sistema-impresa. Grazie anche ai nuovi sviluppi della tecnologia in campo pubblicitario, gli allestimenti degli ambienti commerciali, insieme alle mostre-esposizioni, sono diventati dei luoghi-evento di suggestione «formativa» dove hanno spazio delle vere e proprie rassegne culturali atte a istituzionalizzare la filosofia del brand che si rivela in perfetta sintonia con le tendenze del pubblico. All’interno di questi centri di richiamo, si svolge allora un lavoro che investe la collettività, in grado di riassumere e accordare, con soluzioni meno convenzionali e sempre più interdisciplinari (come ad esempio, negli ultimi anni, l’utilizzo di output virtuali), le molteplici voci d’interesse che in esperienze simili vengono inevitabilmente ad incrociarsi. La situazione ambientale dell’evento espositivo (o commerciale), con questo saldo scopo riesce pertanto a tenere aperte contemporaneamente più piste comunicative, che, associate, promettono un piano d’interesse e d’azione universalmente condivisibile.

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Web Analyst

Il nostro compito è quello di analizzare tutti i settori del web coinvolti in una attività di comunicazione e promozione :
Siti, social, campagne a latere, AdWords, banner o dofollow a pagamento e non.
Questi sono i soggetti che monitoriamo e che ci forniscono (insieme a eventuali altre forme di  direct marketing)  i dati che confrontati vengono tradotti  in report che offrono una visione a 360° dell’operazione marketing che si sta compiendo.
Lo studio dei risultati è però solo la fase finale del lavoro.
Il nostro lavoro inizia prima ancora che parta la campagna marketing.
Prima infatti si analizzano i siti ,  i portali e social coinvolti nell’operazione e si progetta l’interazione di tutta la comunicazione che avverrà sul web.
Studiando i dati raccolti si puo avere una visione di quanto sta accadendo anche in corso d’opera in modo da sapere se la campagna pianificata necessità di modifiche oppure no.

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Web content

Progettiamo i contenuti dei siti , video, post immagini .

Se nei primi tempi della diffusione della rete questa professione era integrata in quella del webmaster e legata alla conoscenza dei linguaggi di programmazione del Web per permettere l’inserimento di contenuti interattivi (link, video, ecc), oggi è divenuta una figura ben definita che progetta il sito nei contenuti e non si occupa dell’aspetto tecnico di programmazione e della realizzazione grafica.

Tecnicamente è quella figura professionale, presente in molte web agency o nelle grandi aziende che gestiscono in proprio il sito web, che progetta i contenuti del sito passando poi le istruzioni al webdesigner e al webmaster. Una figura professionale attuale che in genere ha un’ampia conoscenza del mezzo internet dal punto di vista tecnico, esperta di immagine e della tecnica di scrittura dei testi per il web e dotata di una buona dose di creatività.

 

 

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SOCIAL WEB

Social Marketing Perchè farlo?

I social network rappresentano la forma di comunicazione più diretta che puoi mettere in atto sul web.
Per questo funzionano.
Quando si parla di nuovi strumenti è fisiologico che ci sia inizialemente una forte esitazione ad accettarli
I social network hanno cambiato il modo di interagire. prima lo accettiamo e meglio è.
Gran parte dei nostri potenziali clienti sono attivi sui social.
Molti di questi possono mettere mi piaci alla tua pagina, se gli dai un motivo per farlo.
Sui social si puo misurare l’efficacia di un post o della pubblicità, vedendo quanti cliccano. In questo modo capisci quai sono gli argomenti che interessano e migliorare la tua comunicazione. Mentre brochure lasciate in giro non sai che fine fanno o quante persone leggono una tua pubblicità su un giornale e sopratutto quanto e cosa seguono piu volentieri.
Con una pagina puoi monitorare la concorrenza grazie agli insights.
Puoi fare pubblicità a pagamento mirata e a basso costo
Puoi rivolgerti solo a potenziali clienti, mostrando l’annuncio a meno persone, ma ad un targhet piu preciso, spendi di meno ed ottieni di piu con un messaggio MIRATO.

Come creare contenuti interessanti per web

Come creare un piano editoriale

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La lanterna Magica

Gli 11 comandamenti, per una buona pubblicità.
1. Quel che si dice è molto più importante di come si dice.

Promettete, la promessa è l’anima dell’annuncio pubblicitario.

La scelta della promessa giusta è fondamentale per ogni campagna.

2. Se una campagna pubblicitaria non viene costruita intorno ad una grande idea è destinata a fallire.

Non sempre i clienti riescono a riconoscere una grande idea quando viene presentata loro dall’agenzia.

3. Fate parlare i fatti.

Il cliente pretende tutte le informazioni che siete in grado di offrire.

4. Non si convince la gente a comprare “annoiandola”.

Se volete che la vostra voce superi il fracasso assordante delle altre deve essere qualcosa di unico.

Spetta al pubblicitario fare in modo che la voce del suo cliente suoni più alta di quelle concorrenti.

I bravi pubblicitari sono quelli che conoscono bene il loro mestiere.

5. Educazione si, pagliacciate no.

La gente si rifiuta di comprare da un venditore scortese e non ha l’abitudine di comprare dai pagliacci.

6. La pubblicità deve essere aggiornata.

Per questo i copywriter devono essere giovani.

7. I comitati possono anche criticare una pubblicità ma non sono in grado di crearla.

La pubblicità ha effetti molto più positivi quando è creata da un singolo individuo.

A lui tocca studiare il prodotto, le ricerche e i precedenti, chiudersi in ufficio e scrivere .

8. Se avete la fortuna di scrivere un buon annuncio, continuate a utilizzarlo fino al giorno che non funzionerà piu .

Ci sono decine di ottimi annunci accantonati prima di aver esaurito il potenziale perché all’azienda si era stancata.

Ogni anno nascono e muoiono migliori di persone, c’è gente che entra e che esce continuamente dal mercato.

9. Non scrivete mai un annuncio che vi vergognereste di mostrare alla vostra famiglia .

Quando si pubblicizzano prodotti di buona qualità basta essere onesti, se non si è convinti che il prodotto sia buono, fareste meglio a non curarne la pubblicità.

10. L’immagine e il brend .

Ogni azione dovrebbe essere intesa come un contributo a quel simbolo complesso che è l’immagine del brend.

Per questo caso le ricerche servono a poco, serve molto più il buon senso.

Spesso si usano le ricerche di mercato come l’ubrico usa il lampione, come appoggio invece che come fonte di luce.

Più i prodotti risultano simili più la scelta è affidata al caso.

L’azienda che riuscirà a offrire la personalità più spiccata alla suo brend riuscirà ad assicurarsi una maggior quota di mercato con maggior profitti.

Il compito dell’agenzia è quello di costruire una personalità spiccata e di restarne fedele anno dopo anno.

11 Vietato copiare .

Hanno copiato tutto quello che hanno potuto copiare, ma non sono mai riusciti a copiarmi il cervello.

Li ho lasciati sudare e rubare, sempre indietro però, di un anno e mezzo….

Questo testo è liberamente tratto dal libro “Confessioni di un pubblicitario” di David Ogelvy , Lupetti&co, 1987

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